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DARIO CASALINI

Vestire buono, pulito e giusto

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Slow Fashion: un nuovo paradigma tra bellezza e utilità

Dario Casalini ci racconta la Slow Fashion, tema portato alla ribalta dalle tante inchieste che hanno messo in luce gli sfruttamenti umani e ambientali legati al mondo della moda. Partendo da un’analisi documentata sull’industria tessile e sull’impatto che ha sull’ambiente, l’autore va alla ricerca di un nuovo paradigma che possa unire bellezza e utilità, salvaguardando anche la nostra salute. Si parla della nostra pelle che veste gli abiti, di tracciabilità della filiera, di nuovi modelli di commercio per progettare capi di abbigliamento che durino a lungo, non vestiti che talvolta diventano rifiuti ancora prima di essere indossati. Bisogna diffidare da capi venduti a prezzi insensati e piuttosto rivalutare il mondo del vintage e dell’usato. Una critica al sistema globale del tessile e della moda che sta contribuendo in maniera sensibile, proprio come quello alimentare, a minare gli equilibri del pianeta e la vita dei miliardi di persone che lo abitano, ma anche tanti consigli per compiere scelte buone, pulite e giuste a partire dal nostro guardaroba.

CEO Oscalito & Fondatore di Slow Fiber

Dario Casalini

Nato a Torino il 20 dicembre 1975, è stato docente universitario di Diritto Pubblico. Nel 2013 lascia la carriera accademica per prendere le redini dell'azienda di famiglia che, dal 1936 col marchio Oscalito - Maglificio Po dal 1936 produce maglieria di qualità con filiera verticalmente integrata dal filo al capo finito. Non ha mai perso la passione per lo studio e, dopo alcune pubblicazioni in ambito universitario, si cimenta con la saggistica divulgativa.

Dalla tavola alla moda: la prefazione di Carlo Petrini

La prefazione del libro è firmata da Carlo Petrini, fondatore del presidio Slow Food, che sin dalle prime battute dichiara la soddisfazione di vedere affrontato un tema simile su carta, e ripensa ironicamente in prima persona alla relazione tra moda e uomo, capi e corpo umano:

«Una volta e per anni, in molte conferenze, dicevo spesso che se mangio una fetta di prosciutto dopo pochi minuti quel prosciutto diventa Carlo Petrini, mentre le mutande di un noto stilista no, rimangono lì fuori con il suo nome in etichetta. Era un modo un po’ simpatico per sottolineare come sia importante avere cura di cosa si mette nel proprio corpo. Ma a pensarci bene, dopo aver letto questo libro, mi viene da dire che anche le mutande sono importanti.»

Vestire buono, pulito e giusto è una critica al sistema globale del tessile e della moda che sta contribuendo in maniera sensibile, proprio come il sistema alimentare, a minare gli equilibri del pianeta e la vita dei miliardi di persone che lo abitano, ma è anche una guida pratica per un consumatore consapevole affinché sappia compiere scelte buone, pulite e giuste cominciando dal guardaroba, invitandolo a diffidare di capi venduti a prezzi insensati, imparando a riconoscere il valore aggiunto della durevolezza dei capi, sostenendo in prima persona la circolarità del sistema e il benessere dell’uomo.