Esiste un modello di industria tessile sostenibile che si colloca all’opposto del fenomeno della fast fashion poiché si impegna a ridurre il proprio impatto sull’ambiente e rispetta le persone lungo l’intera catena di produzione, distribuzione e consumo dei capi d’abbigliamento.

Negli ultimi anni questo principio è diventato sempre più importante e molte aziende stanno cercando di cambiare il loro modello di produzione per essere più sostenibili. Alcune certificazioni aiutano a capire le azioni virtuose e concrete che le aziende pongono in essere e sono utili a distinguere chi pratica greenwashing da chi è effettivamente attento a ridurre il proprio impatto ambientale.

L’industria tessile richiede una profonda riforma che punti a ridurre i volumi di produzione e di spreco, a impedire lo sfruttamento della manodopera e l’estrazione di risorse naturali senza rispettarne i tempi di rigenerazione, a superare l’obsolescenza “sociologica” dei prodotti che ne determina una qualità sempre più scadente e induce a far coincidere il bello con il nuovo.

La scelta di premiare i marchi più virtuosi è un forte messaggio al mercato e un grande contributo alla rivoluzione green di cui la moda ha urgente bisogno. Acquistare presso un’azienda che si impegna quotidianamente a ridurre al minimo il proprio impatto ambientale, scegliere la qualità sopra la quantità, favorire un modello produttivo che offra prodotti non solo belli e funzionali ma anche buoni, sani, puliti, giusti e durevoli sono piccoli passi che porteranno grandi cambiamenti.